- Sala conferenze con la vetrina dei reliquiari. In fondo, la raccolta dei quadri capoletto, metà sec. XVII
- Alcuni quadri capoletto raffiguranti mazzi di fiori in vasi con l’emblema dei Fatebenefratelli, metà sec. XVII
- Il reliquiario di S. Giovanni di Dio in bronzo argentato e dorato, sec. XVIII
- Una sala del museo
- Una sala del museo
- Strumenti medici e testimonianze artistiche
- Il 9 gennaio 1872 Egisto Cipriani, un tappezziere di 22 anni, giocando con degli amici, inghiotte una forchetta lunga 22 cm. Condotto all’ospedale di S. Giovanni di Dio e poi a quello di Santa Maria Nuova, ogni tentativo di soluzione fu vano per l’impossibilità di localizzare il corpo estraneo. Rimandato a casa, il giovane continuava la sua vita per ben quindici anni fino a quando nell’aprile del 1887– palesando forti dolori al basso ventre – veniva felicemente operato nel S. Giovanni Dio. Questo caso ebbe molta eco non solo in Italia ma in tutta Europa ed Egisto fu nominato L’uomo della forchetta.
- Il corridoio con le bacheche degli strumenti medici
- Il corridoio espositivo già parte della originaria corsia dell’ospedale del 1730
- Il corridoio espositivo con in evidenza parte della raccolta dei ritratti dei rettori dell’ospedale, secc. XVII-XVIII
- Sala di lettura della biblioteca
- Sala di lettura della biblioteca con aperto uno dei manuali medici del sec. XIX
- Sala riunioni
- Sala riunioni con i portaceri raffiguranti due fauni in legno dorato, sec. XVIII
- Strumenti e arredi medici al piano terra, lungo un lato del loggiato che si apre sul cortile